Il silenzio dopo
progetto di Barbara Baroncini, Irene Fenara, Simona Paladino, Davide Trabucco a cura di Massimo Marchetti Fondazione Collegio Artistico Venturoli, Bologna, 29, 30, 31 gennaio 2016 "Se le decorazioni classicheggianti del palazzo seicentesco hanno il potere di accendere l’immaginazione di chi lo visita e lo abita, come mutano queste sollecitazioni una volta che al centro dell’esperienza non c’è più una contemplazione, ma la frustrazione generata dalla loro assenza? I segni “forti” che colpiscono tutti coloro che solitamente entrano nel palazzo per vedere altro – l’esperienza del contemporaneo – vengono dunque sottratti con strategie di cancellazione, accecamento o distrazione. All’offerta di un antico Bello si sostituisce un occultamento e all’eloquenza delle arti maggiori una censura: quello che resta è una serie di lacune, di spazi concessi a un restauro esclusivamente mentale che può scegliere se scavare nel ricordo o proiettare un’idea di preziosità. Cosa penserebbe l’architetto Angelo Venturoli, vissuto a cavallo tra XVIII e XIX secolo, dei giovani artisti che negli ultimi decenni hanno usufruito del suo lascito? Tutto ciò che dovrebbe sancire una continuità ideale tra le intenzioni del fondatore del Collegio e la pratica di chi oggi ne viene ospitato – uno spirito di “difesa della Tradizione” – rimarca in realtà la distanza profonda tra ciò che nell’accademia, ancora alla metà del Novecento, veniva considerato meritevole di valorizzazione, e quello che anche all’interno di quel contesto ha poi iniziato a qualificare la ricerca artistica. In questo modo l’inevitabile confronto tra la via della ricerca e quella del rispetto può dare l’opportunità per un ripensamento dello spazio di lavoro." Massimo Marchetti |